Sulla natura del Martinismo

Morning Star 1

Sollecitato a una riflessione utile a far comprendere qualcosa del V.O. Martinista, per quanto questo sia al di là del velo, propongo alcune osservazioni che sono applicabili, nella prima parte, a tutte le Organizzazioni Iniziatiche e, nella seconda ri-velano il Martinismo.

Pretendere di definire la natura del Martinismo è evidente segno di inconsistente vanagloria, che è il punto più distante dalla vera natura di questo Venerato Ordine. Questo ragionamento si applica a tutto il sistema della conoscenza esoterica, che è conoscenza simbolica. Poiché il simbolo respinge qualsiasi interpretazione univoca (si pensi ai mille nomi applicabili a ciascuna Sephirah dell’Albero della Vita), accogliendo all’interno di un unico ideogramma una pluralità di significati pertinenti, allo stesso modo non è possibile interpretare in modo univoco e definitivo un Ordine Iniziatico. Se qualcuno provasse a farlo, sarebbe certamente in mala fede, probabilmente tentato dalla possibilità di mettere sull’Ordine un’etichetta per farne un marchio di fabbrica e vendere con questo il proprio prodotto, che siano le quote di adesione degli ipotizzati adepti o qualche libro di mediocre fattura. Purtroppo, tutto ciò accade con grande frequenza.

Senza aver detto nulla della natura specifica del Martinismo, abbiamo però rilevato il suo appartenere al genus delle Organizzazioni Iniziatiche.  Tutte le Organizzazioni di questo genere (ricorderemo qui, in via non esclusiva, la Massoneria e i suoi molteplici Riti, la Tradizione Rosacrociana, l’Ordo Templi Orientis, gli Ordini Cavallereschi, la Carboneria, il Martinismo) hanno come finalità dichiarata lo sviluppo morale e intellettuale dell’Adepto. Come tutte le organizzazioni umane però, anche qui, la storia ha prodotto testimonianza di grandi delusioni, dove i vertici delle organizzazioni hanno dato maggior peso alla piramide su cui fondare il proprio potere e prestigio che non preoccuparsi veramente dello sviluppo e del progresso dei prorpi Adepti. Ecco perché il Cercante, per divenire l’Iniziato, come scritto in un articolo che porta questo titolo, deve in primo luogo saper difendersi dai falsi maestri, e questo riguarda qualsiasi cammino, quale che sia la via o il sentiero prescelto.

Non tutte le iniziazioni hanno la stessa qualità magnetica. Ciò non significa che i falsi maestri non possano dare luogo a vere iniziazioni. Questo concetto è complesso e sarà trattato altrove e altrimenti, e qui richiuso in un panno di velluto nero. Da una tela di lino bianco estrarremo la lieta novella, con il sincero apprezzamento per l’operare libero da condizionamenti materiali del nostro Filosofo Incognito con il quale abbiamo la fortuna di poter lavorare. Nulla diremo delle sue vesti rosse, né della sciarpa d’oro, né del sublime Sigillo.

Passando alla seconda parte del nostro argomento, venendo a svolgere alcune considerazioni sulla natura specifica del Martinismo, diremo in primo luogo che questa è particolarmente sfuggente, perché i simboli medesimi del Martinismo (non diremo quali, lasciando questa trasmissione ai lavori di Loggia) sono simboli di copertura, particolarmente adatti a velarne la vera natura. Questo velo non serve a un mistero che ha lo scopo di generare vana curiosità, ma ha la funzione di tenere al riparo il contenuto sacerdotale di questo Venerabile Ordine.

Anche la storia dell’Ordine Martinista, con i suoi molteplici Maestri Passati, tra cui due differenti e originari che contengono nel loro nome in modo diverso il medesimo riferimento al nome dell’Ordine – che poi potrebbe non esser quello – generando la profondità di un meccanismo progressivo a più livelli, dove l’ultimo non si vede e non si deve poter vedere, anche se in realtà è sotto gli occhi di chiunque voglia cercare adeguatamente e disponendo nel giusto modo la mente ad allinearsi con il cuore.

Ogni realtà Martinista differisce dalle altre, in virtù delle linee iniziatiche cui aderisce. Ma non si dimentichi che la definizione più metafisica fa del Martinista un Filosofo dell’Unità, e teniamo bene a mente che abbiamo bisogno di reciproco ascolto e unità sul piano nazionale e internazionale, nel rispetto delle differenze e delle diverse qualificazioni.

Possano queste righe essere rettamente intese secondo l’intenzione che da qui procede, che non è quella di un decreto o di un atto d’imperio, ma solo un orientamento a chi sta cercando il sentiero, dato con cuore lieve dall’ultimo degli apprendisti.

Sub umbra alarum tuarum יחשוה

 

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